Nord Africa: ascoltare i popoli

Questa volta la metafora della polveriera non è eccessiva. Con l’abbandono (forzato) del potere da parte del Presidente tunisino Ben Ali (in carica ininterrottamente dal 1987) si aprono scenari inquietanti per tutto il Nord Africa. Gli analisti politici, negli anni ’80, avevano coniato un neologismo, e cioè “democradura” (una crasi tra democrazia e dittatura) per riferirisi alle democrazie più formali che sostanziali in molti Paesi latino-americani. C’è da chiedersi se questa definizione non riguardi, oggi, molti Paesi, e non solo nordafricani. Come che sia, il sostegno a questi governi “forti”) (per usare un eufemismo”) da parte del mondo euro-atlantico si era fondato sul convincimento che essi costituissero un baluardo contro l’islamismo violento. Come troppo spesso avvenuto dopo l’11 settembre 2001, la giustificazione risiedeva nella vaga e abusata retorica della “lotta al terrorismo globale”. Certamente vi sono forze che hanno tutto l’interesse a strumentalizzare la voglia di cambiamento ed il fortissimo disagio sociale in un’area dove la percentuale media della popolazione al di sotto dei 15 anni sfiora il 30%. Ed è altrettanto illusorio il programma di “esportazione della democrazia”, proprio perché molti profittatori politici ammantati di una patina pseudo-religiosa sono già pronti a sfruttare l’occasione. Ma pensare di “congelare” interi sistemi politici in una situazione di turbolenza sociale è semplicemente illusorio. E’ mancato un progetto di cooperazione autentica tra Europa e Nord Africa. Gli interessi legati alle furniture di energia (gas, petrolio) da una parte e le paure indotte da certa classe politica nei confronti della presunta “invasione” di immigrati non hanno fatto che alimentare il senso di sfruttamento e di esclusione in tutta la sponda sud del mediterraneo. E’ mancato un vero dialogo tra le società civili, che sono rimaste ostaggio di logiche governative e di interessi costituiti. Al di là di inefficaci progetti di Unioni e partenariati del Mediterraneo, bisognerebbe ascoltare di più i popoli mediterranei.