Il senso dell' "engagement"
Alcuni studiosi americani di relazioni internazionali, a commento della questione complessa e spinosa del "dialogo" con l'Iran (direi meglio, del "negoziato": si negozia con tutti, anche con i sequestratori e rapinatori asserragliati in una banca; meno evidente "dialogare" con tutti, cioe' argomentare in modo costruttivo, anche perche' dipende dall'interlocutore) in una situazione che e' divenuta tragica per i diritti umani nel Paese, mi hanno ricordato due casi tratti dalla storia americana. Il primo riguarda Franklin Delano Roosevelt, che negli anni '30 decise in modo unilaterale e contro l'opinione dei suoi piu' stretti consiglieri di aprire una linea di comunicazione con l'Unione Sovietica di Stalin, nell'ora peggiore dei gulag, dei processi-farsa e delle esecuzioni indiscriminate. Il secondo riguarda Nixon, il discusso Presidente che negli anni '70 apri' al dialogo con Pechino nel momento peggiore della rivoluzione culturale e dell'apice della repressione. Il punto e' che gli autocrati ed i regimi autoritari di tutte le forme ed in tutte le latitudini non sognano altro che "essere isolati", vale a dire essere lasciati in pace e liberi di fare i loro comodi. Non amano affatto essere "engaged", cioe' impegnati un negoziati, colloqui, contatti (casomai preferiscono essere criticati ed attaccati per poter gridare al "complotto internazionale" ed appellarsi a ragioni scioviniste). Ed e' questo gia' un merito del tanto criticato "dialogo". Un altro suo merito e' che l'alternativa ad esso o rischia di non funzionare (come nel caso delle sanzioni, che raramente sono davvero globali - cioe' riguardano tutti i settori - ed universali - cioe' applicate veramente da tutti senza eccezioni, espedienti, scappatoie; senza considerare che spesso sono anche fuori tiro, perche' colpiscono chi non c'entra, cioe' la popolazione civile e le sue condizioni di vita); oppure rischia di essere l'ecatombe (una guerra "regionale" che in quella regione - il Medio Oriente allargato - non potrebbe che essere anche "generale").