Una Regione senza "clandestini"


Il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha condiviso l'idea, lanciata tempo fa dal "Gruppo giornalisti contro il razzismo", di bandire la parola "clandestino". Sembrerebbe che l'impegno si estenda anche alla Regione in quanto Ente pubblico e quindi a tutti gli atti legislativi ed amministrativi. Ma vedremo. Martini ha evocato il tema a Firenze, a margine del convegno organizzato dalla Regione Toscana sul tema "Immigrati, una risorsa scoperta", all'Istituto degli Innocenti. Per Martini, occorre adottare una sorta di "ecologia del linguaggio", ed eliminare un termine palesemente inappropriato. Sono persone - ha spiegato Martini -che vivono e lavorano alla luce del sole. Clandestino si riferisce a qualcosa di nascosto, ad un'attivita' che si compie in segreto. Il termine e' molto usato nei mass media ed evoca un concetto negativo, segretezza, vivere nell'ombra, avere legami con criminalita'. In Toscana le persone che hanno fatto domanda di regolarizzazione con l'ultima apertura delle quote per Paesi di provenienza sono state quasi 47mila; soltanto 13mila hanno avuto una risposta positiva. Cio' significa - ha aggiunto Martini - che 34mila sarebbero virtualmente "clandestini", quando invece si tratta di tante persone che [trovandosi già in Italia] lavorano come badanti, nell'edilizia, nelle concerie. Sono persone che, in fondo, si sono "autodenunciate" ma che, a causa delle quote limitate, non possono sperare in una regolarizzazione.