Riporto qui di seguito alcuni passaggi, riguardanti temi affrontati in questo blog, della bella ed articolata relazione fattami pervenire da Silvio Daneo sul simposio "Il seme da nutrire", a 50 anni dall’annuncio del Concilio Vaticano II (1959 - 2009). L'incontro, promosso da Paolo Masini, Consigliere del Comune di Roma, e da Claudio Cecchini, assessore alle politiche sociali e per la famiglia della Provincia di Roma, si e' svolto il 6 aprile 2009 nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma (moderatore: David Sassoli; relatori: Camillo Reynaud Bersanino, Angelo Bertani, Mussi Bollini, Claudio Cecchini, Luigina Di Liegro, Giuseppe Ecca, Claudio Giambelli, Gian Mario Gillio, Paolo Masini, Padre Venanzio Milani, Carlo Mosca, Fabio Perroni, Ernesto Preziosi, Massimo Rendina, Vittorio Sammarco, Massimo Vallati, Giancarlo Zizola). Scrive, tra le altre cose, Silvio Daneo:
Sono rimasto impressionato dall’intervento di Gian Mario Gillio, direttore della prestigiosa rivista “Incontri” (mensile di politica, società, dialogo,tra culture e religioni edito dalla Chiesa Valdese). Ha offerto una incoraggiante testimonianza circa il dialogo ecumenico, descrivendo, fra l’altro, la incredibile svolta che il Vaticano Secondo provocò in questo campo che fino ad allora si limitava a timide preghiere per l’unità dei cristiani. Ha citato una recente affermazione del cardinale Kasper, nel grande incontro ecumenico di Sibiu in Romania, che invitava tutti coloro che sono impegnati nel dialogo ecumenico a guardare in faccia anche le “differenze”, ed affermando che il dialogo deve diventare “teologico”, se si vuole progredire, e che occorre perseverare nella stima reciproca e nello sforzo comune di conoscere meglio le diversità fra le varie confessioni cristiane , valorizzandole (Giovanni Paolo II aveva già detto chiaramente che ogni Chiesa ha sviluppato al suo interno un “modo” di vivere il Vangelo, vari carismi, che dovranno essere sempre di più patrimonio comune di tutti i cristiani, man mano che progredirà la comunione fra essi). Oggi rimane il documento straordinario del Concilio vaticano II sull’ecumenismo “Unitatis redintegratio” che si può considerare non più solamente un seme, ma che potrà raggiungere le dimensioni di un grande albero carico di frutti se si metterà in pratica la dottrina che lo Spirito ha donato alla Chiesa di oggi. Basta pensare al numero impressionante di iniziative ecumeniche, promosse ed animate soprattutto dai Movimenti ecclesiali sia cattolici, che di altre Chiese, che sono seriamente impegnati in questo campo. Cito ancora il breve ma incisivo tema svolto dall’ Ing. Camillo Reynaud Bersanino, per anni Presidente della Sezione italiana della Conferenza Mondiale “Religioni per la Pace”. Ha ricordato come fosse, in pratica, inesistente il dialogo interreligioso prima del vaticano II. Il Concilio vi ha dedicato un intero documento, celeberrimo ormai, “Nostra Aetate”, in cui viene affermato il sacrosanto diritto alla libertà religiosa. Giovanni Paolo II ne fu un instancabile apostolo. Chi non ricorda i due suoi incontri ad Assisi con i capi di tutte le Religioni del pianeta ( 1986 e 2002), incontri di preghiera per la pace! Una delle innumerevoli sue affermazioni, alla gente più comune, in una udienza generale del mercoledì, papa Woytila diceva che i cattolici devono essere consapevoli che il cammino verso la pienezza della verità (cfr Gv 16,13) richiede l'umiltà dell'ascolto per cogliere e valorizzare ogni raggio di luce, sempre frutto dello Spirito di Cristo, da qualunque parte venga! ( citava appunto il documento conciliare “Nostra Aetate”). Da quando è tornato dal suo primo viaggio in Africa, Papa Benedetto XVI non perde occasione per sottolineare ed elencare i tanti valori e ricchezze che dovremmo “importare” dalla cultura e dalle tradizioni africane). Certo, il dialogo interreligioso non solo è affascinante ed è una costante gioiosa scoperta che arricchisce tutti coloro che vi si coinvolgono, ma è diventato ormai un “must”, una urgente necessità ovunque, in modo del tutto particolare in Europa! E’ consolante sapere quante persone “qualificate” ed anche semplici membri delle più varie religioni, in ogni angolo del pianeta, sono impegnati in questo “dialogo”! Di tale enorme enorme importanza che la Chiesa Cattolica, dopo il Vaticano II, ha costituito un apposito “Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso” oggi presieduto dal Cardinale Jean-Louis Touran. Se poi si dovesse descrivere l’operato di alcuni Movimenti cattolici in questo campo ed altre prestigiose Organizzazioni, come la WCRP (Religioni per la Pace), di Associazioni e gruppi ebraici, musulmani, buddhisti, induisti, ed altri ancora, occorrerebbero fitte pagine. Ciò stimola a proseguire sempre più “preparati” e con una crescente consapevolezza su questa “via” per un mondo unito.