Nel 1918, il Presidente degli Stati
Uniti, Wilson, lanciò i suoi 14 punti per un riassetto del mondo dopo la
tragedia della prima guerra mondiale. La prima questione posta da Wilson non
riguardava la riconfigurazione dell’Europa, ma un tema generale: l’abolizione
della diplomazia segreta. Il Presidente riteneva che tra le cause della guerra
fosse da annoverarsi anche la mancanza di trasparenza e un accesso ristretto
alle informazioni. Qualche ricostruzione storica, che mette bene in luce le
conseguenze di rapporti internazionali governati da pratiche generalizzate di
segretezza, arriva a suggerire che la Grande Guerra fu, in realtà, un Grande
Malinteso, costato milioni di vittime. Oggi, a cento anni dal discorso di
Wilson, abbiamo certamente fatto molti progressi, ma l’idea che alcuni canali
del grande gioco internazionale debbano rimanere segreti resiste. Certo è
difficile applicare alla politica mondiale quello che Bobbio diceva della
democrazia, e cioè definirla come il governo del potere pubblico in pubblico,
dove “pubblico” ha due significati a seconda che venga contrapposto a “privato”
oppure a “segreto”. Ed è stupefacente, ma in fondo non sorprendente, che nel
mondo dei big data permanga ancora attuale il ruolo dei servizi segreti. La
crisi innescatasi tra Russia e Gran Bretagna (e che ha poi coinvolto i
principali Paesi occidentali) sul tentato omicidio a Londra, tramite
avvelenamento addirittura con un "agente nervino", dell'ex spia russa Serghei Skripal, assieme
alla figlia Yulia, riporta sulla scena una serie di fantasmi del secolo scorso,
a cominciare proprio dalla sostanza chimica, che è stata messa al bando dalla
convenzione sulle armi chimiche del 1993, dopo essere stata usata nella prima
guerra mondiale come arma di distruzione di massa dall’esercito tedesco nella
seconda battaglia di Ypres, il 22 aprile 1915. Il 13 febbraio 2017, a Kuala
Lumpur, il fratellastro dell’autocrate
nordcoreano Kim Jong-un, Kim Jong-nam, fu ucciso proprio con il gas
nervino, probabilmente dai servizi segreti nordcoreani. Gas, spionaggio, controspionaggio, uccisioni
“mirate” compongono un quadro inquietante, ben al di là della grave vicenda di
Londra, perché sembrano riproporre la storia della “doppia morale”, che sarebbe
diversa per gli affari pubblici rispetto al quelli privati. Così non è, e ciò
che è immorale in privato lo rimane anche in pubblico.