Libertà religiosa e diritto di culto
L’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha le idee molto chiare sulle implicazioni concrete della libertà religiosa e del diritto di culto, assai più di tanti improvvisati ed improbabili difensori "verbali" e "verbosi" della libertà religiosa a senso unico o in termini utilitaristici di presunta "reciprocità": «Le istituzioni civili milanesi devono garantire a tutti la libertà religiosa e il diritto di culto. I musulmani hanno diritto a praticare la loro fede nel rispetto della legalità. Spesso però la politica rischia di strumentalizzare il tema della moschea e finisce per rimandare la soluzione del problema, aumentando il livello di scontro, mentre potrebbe diventare uno stimolo per migliorare il livello della convivenza civile. È un problema grave, che bisogna risolvere urgentemente. La questione interroga la città nel suo complesso. Le autorità locali devono cercare di trovare una soluzione in tempi brevi: rimandare il momento in cui la questione sarà affrontata, può solo incancrenire la situazione e aumentare la tensione. È ora di mettersi attorno a un tavolo a ragionare concretamente senza paura del dibattito, senza temere le critiche. È mio forte desiderio che non si procrastini ancora l’attesa della comunità islamica, che chiede legittimamente di avere un luogo per pregare. Anche così la città potrà essere governata in nome della pace, della giustizia e dell’armonia fra le sue diverse componenti. Mi appello alle istituzioni perché sappiano cogliere nella diversità delle fedi e delle presenze straniere l’elemento di ricchezza di Milano. È urgente arrivare a una soluzione complessiva, che soddisfi tutte le esigenze, nel rispetto delle norme, e che metta fine alla diatriba che si trascina da anni. Le soluzioni parziali o provvisorie trovate fino ad oggi non fanno che riscaldare gli animi ed accrescere la tensione. Auspico che tutte le componenti, anche la comunità musulmana, si sappiano mettere attorno a un tavolo armati di saggezza e di umiltà per cercare una soluzione definitiva a questo tema, nel pieno rispetto della legalità. Ma le istituzioni civili hanno il dovere di agire, di entrare in una logica di rispetto dei diritti della persona. Fra i quali c’è il diritto inalienabile di culto e di espressione religiosa, come sancito dalle convenzioni internazionali e dal Concilio Vaticano II».