L'Unione incompiuta

Cos'è oggi l'Unione Europea? Partiamo dalle conquiste, prima di elencare le innegabili criticità. È in primo luogo un’unione doganale. La vicenda europea prende corpo, negli anni '50, proprio con l'eliminazione delle barriere commerciali. Una cosa non secondaria, visto che quegli invisibili muri infra-europei avevano alimentato conflitti per secoli. Ma oggi l'UE è soprattutto un mercato unico, nel quale sono stati rimossi gran parte degli ostacoli alla libera circolazione delle merci, dei lavoratori, dei capitali e dei servizi. Per i Paesi che partecipano all'accordo Schengen, è anche un'area di libera circolazione delle persone in quanto tali. Ed è un'Unione Monetaria, benché essa non coinvolga tutti i Paesi, ma solo i membri dell'Eurogruppo. Oggi l'UE è un attore commerciale globale, capace di influenzare le politiche dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. Inoltre, è un vasto sistema di regolazione; nonostante gli eccessi, veri o assai spesso inventati, questa attività della Commissione Europea per trovare standard comuni in vari campi economici e sociali, è un potente fattore di integrazione, e produce vantaggi evidenti per tutti i cittadini europei. Oggi l'Europa è un’area geo-politica di affermazione dei diritti, con un ruolo riconosciuto a livello globale.
Quali sono, invece, i limiti dell'Unione Europea? Si tratta di un sistema politico incompiuto, in cui, ad esempio, il Parlamento europeo non esprime una vera maggioranza politica a sostegno della Commissione (che è solo un "accenno" di Governo europeo). È un sistema istituzionale complicato e poco comprensibile, in cui la divisione dei poteri e delle responsabilità non è affatto chiara. Come conseguenza, il processo decisionale è farraginoso e inefficace, tra Consiglio dei Ministri, Consiglio Europeo, Commissione, Parlamento, figure istituzionali non chiaramente definite (ad esempio, Presidente della Commissione, Presidente del Consiglio Europeo, Presidente di turno semestrale). La verità è che l'UE rimane un insieme di democrazie nazionali, spesso in competizione, con una debole dimensione europea. In questo contesto, la cittadinanza comune europea rimane limitata e marginale, nonostante la retorica che l'accompagna. Ad esempio, le elezioni europee sono in realtà un mosaico di elezioni nazionali, per non parlare dei referendum. Di partiti veramente europei non c'è traccia; le "famiglie politiche" del Parlamento europeo sono sempre più articolate e dissimili al loro interno, perché prevalgono le logiche nazionali. Infine, l'UE come tale è un’entità poco incisiva sulla scena internazionale, e la politica estera rimane anch'essa sostanzialemente nazionale, e quindi asfittica in un mondo in rapido cambiamento.
In sintesi, l'Unione Europea deve ancora trovare la strada per diventare un’autentica democrazia europea transnazionale, basata sul principio di sussidiarietà; un’area politico-economica coesa e solidale; una società integrata e pluralista; un attore globale responsabile e attivo, sulla base di una politica estera comune.