Il Cardinale Martini e la pace a Gerusalemme
Ho conosciuto il Cardinal Martini nel 2006, a Gerusalemme. Ero in missione, nelle mie funzioni diplomatiche, con l'allora Ministro degli Esteri, Massimo D'Alema. In un incontro con diverse personalità della Chiesa cattolica in Medio Oriente, si affontarono in particolare i nodi della politica medio-orientale, ed in primo luogo la questione israelo-palestinese. Il Cardinale Martini ascoltò con grande attenzione le parole di D'Alema, che sosteneva (a ragione) che era sua convinzione che quando si sarebbe fatta la pace a Gerusalemme ci sarebbe stata pace nel mondo intero. Il Cardinale Martini annuì e con grande umiltá si disse d'accordo. Furono altri religiosi presenti all'incontro a ricordare che quella era da tempo una "profezia" formulata proprio dal Cardinale Martini nei suoi profondissimi scritti sulla Città Santa. Una bella coincidenza di visioni tra un laico ed un autentico testimone del Vangelo. Ricordo di Martini, già allora stanco ed affaticato, il sorriso sereno ed accogliente. Egli stesso ci raccontò di aver dato vita ad un gruppo di famiglie israeliane e palestinesi che avevano perso dei familiari nell'annoso conflitto che affligge la regione. Un segnale di pace semplice e concreto. Mi fece l'impressione di un fiotto di luce che si fa strada nel buio di un odio radicale ed apparentemente inestirpabile. La pace in Medio Oriente ha un nuovo "Mediatore" a cui rivolgersi per chiedere luce e speranza.