L'umanita' multiculturale


Leggo nel bel libro di Carlo Galli, L'umanita' multiculturale, questa esauriente enunciazione del dilemma particolare/universale, locale/globale, identita'/differenza:
(...) L'eta' globale e' l'eta' della mobilitazione globale, in cui l'umanita' puo' essere prodotta e immaginata solo come universale critica degli universalismi non critici e, allo stesso titolo, dei particolarismi tribali. Quali configurazioni storico-politiche questa critica assumera', non lo sappiamo; cio' che sappiamo e' che l'alternativa all'umanita' multiculturale, a un nuovo rapporto concreto fra particolare e universale, e' il conflitto fra le culture, lo scontro di civilta', ossia il trionfo armato del biopotere come potere di morte. E' contro questa prospettiva di guerra globale, di guerra perpetua, di guerra senza frontiere, di guerra di tutti contro tutti, che oggi l'umanita' piu' che un dovere e' una sfida. La sfida di dare un volto umano all'umanesimo; di stare nella contingenza secondo la modalita' di un conflitto che, per quanto reale, non sia distruttivo ma sia anche un "prendersi cura" di Se' e dell'Altro; di esprimere una passione per l'uomo non inutile ma tanto sapiente da consentire che attraverso di essa si salvi l'umanita' nella concretezza e nella differenza delle creature e degli individui, e che la natura umana non sia piu' stravolta dall'ostilita' verso se' stessa e verso la natura del mondo.